Difendersi dalla violenza in rete
Il tempo trascorso online anche dagli adolescenti è aumentato notevolmente, questa è una delle conseguenze che si sta verificando in questo momento storico di pandemia a causa delle restrizioni imposte.
Come abbiamo visto in un precedente articolo il numero degli attacchi informatici è aumentato e gli hacker non si sono certo fatti scappare l’occasione di sfruttare la debolezza umana nel farsi attrarre da temi sensibili e fornire facilmente le proprie credenziali cadendo in trappola in un click, non c’è da stupirsi che molti adolescenti cadano nella rete di finti amici o di finti enti, associazioni, imprese.
È un tema sensibilmente grave e complesso a cui la Commissione europea vuole dedicare attenzione attraverso una serie di azioni e iniziative, assicurando anche strumenti tecnologici adeguati per l’individuazione del pericolo e la prevenzione dei rischi. Anche il MI ha avviato la stesura delle “Linee Guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione di rischi nelle scuole” attivando già alcune strategie dedicate alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo.
Sappiamo che i tempi per queste procedure delicate non sono sempre tempestivi, tuttavia a livello nazionale e locale ci sono diverse associazioni ed iniziative che si pongono a sostegno promuovendo, attraverso attività e servizi, lo sviluppo di una cittadinanza attiva, basata sul rispetto e la valorizzazione delle differenze di genere, partendo dall’ambito educativo e della formazione, rivolta a ragazze e ragazzi, ma anche agli adulti, genitori, insegnanti, docenti, educatori ed educatrici.
. Il Comune di Modena attraverso il progetto “Log In” ha l’obiettivo di prevenire e combattere la violenza di genere attraverso la promozione, tra i teen-ager, di comportamenti responsabili nell’uso che fanno dei social network e dei nuovi media.
. Wired, una nota rivista di tecnologia, all’interno del proprio sito web ha creato WiredLeaks, una piattaforma dedicata alla raccolta delle segnalazioni di questo tipo dove “la sicurezza delle fonti è la massima priorità ed ogni lettore può diventare fonte e testimone della nostra redazione, condividendo in modo assolutamente riservato documenti, fotografie o anche soltanto buone indicazioni per avviare un’inchiesta giornalistica” scrivono in un articolo dedicato su wired.it.
. Odiopedia, una mappa online che mostra e raccoglie tutte le associazioni, onlus e strutture a cui potersi rivolgere per lottare contro l’odio online e prevenire forme di violenza in rete. È un progetto di CSR promosso da COP – Chi Odia Paga, una startup legaltech a vocazione sociale che fornisce supporto e strumenti di tutela e difesa legale delle vittime di reati d’odio online (revenge porn, stalking, diffamazione online, cyberbullismo, hate speech). “Nessuno può sconfiggere da solo tutti gli hater del web. Contro l’odio bisogna fare rete. Una Rete del Bene“, spiega a Wired Francesco Inguscio, amministratore delegato e webguardian di Chi Odia Paga.
Che cosa possiamo fare?
Noi, come F.T.P., intendiamo diffondere il tema ed invitiamo a riflettere su come utilizzare nel modo giusto le tecnologie e trovare l’opportunità tecnologica che sia d’aiuto a combattere il cyberbullismo, la diffamazione e tutte le violenze online.
Vi lasciamo qualche piccolo accorgimento da considerare:
. Il miglior difensore della tua privacy sei tu. Valuta attentamente prima di inserire on-line dati che non vuoi che vengano diffusi o che possono essere usati a tuo danno. E’ importantissimo selezionare le impostazioni del profilo in modo tale da limitare la divulgazione dei dati privati e sfruttiamo gli strumenti digitali di “parental control” per il controllo della loro navigazione. Numeri di telefono ed indirizzo di casa sono informazioni “sensibili” che è vivamente consigliato evitare di fornire.
. Chiedi il permesso. Domandati se un tuo/a amico/a o di un tuo familiare è d’accordo a pubblicare on-line la sua foto/video o di esser taggato (cioè quando inserisci ad esempio il suo nome e cognome su quella foto). Sto violando la sua privacy? Nel dubbio, meglio se chiedi il consenso.
. Attenzione ai falsi profili. È molto semplice utilizzare una qualsiasi foto caricata dal web, inserire un nome finto e scrivere informazioni false per appropriarsi di un’altra identità.
. Comunicare, ascoltare e non giudicare. Dedicare la massima attenzione ai propri amici e cercare le occasioni di dialogo onesto con i propri ragazzi/e per discutere di qualsiasi argomento che loro ritengano opportuno senza tabù o divieti. Dimostrare curiosità verso i loro interessi, parlare di quello che fanno sui social network e sul web, chiedere chi sono i loro amici, anche quelli virtuali e avvertirli di non accettare amicizie da persone sconosciute.
. Fissiamo delle regole. Limitiamo il tempo di utilizzo di smartphone e pc, definiamo i contenuti adatti per ogni età, incentivando la comunicazione, il gioco, le attività ludico-ricreative e manuali.
. Protezione. Teniamo aggiornato un buon antivirus e un firewall che proteggano continuamente il pc e chi lo utilizza.
Utilizziamo la tecnologia in modo consapevole!
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