16 Giu Premio Mascagni 2020, Il Resto del Carlino parla di noi con l’intervista al nostro CEO
Una task force pronta ad aiutare le aziende a difendersi contro gli attacchi del cybercrimine, e nello stesso tempo a offrire soluzioni per fluidificare il passaggio di informazioni all’interno delle organizzazioni. La formiginese FTP, 20 anni di vita, ormai è una società leader nella consulenza informatica, per l’esperienza maturata al fianco delle più affermate realtà industriali della Motor Valley modenese, ma attiva anche nei settori della ceramica, agricoltura, comunicazione.
Stefano Talami, chief executive officer di FTP, può fare degli esempi di quello che proponete alle aziende?
“La nostra mission è affiancare il cliente nella gestione delle attività quotidiane, offrendo soluzioni e progetti chiavi in mano: ottimizzare, per esempio, il networking con una sede dell’azienda dislocata altrove, oppure gestire il personale commerciale in giro per l’Italia o per il mondo, o implementare sistemi di sicurezza con l’obiettivo di proteggere i dati delle aziende”.
Come si difende un’azienda dai cyber attacchi?
“Una buona difesa deve essere infrastrutturale, ma riguardare anche i processi e la formazione del personale. Noi, ad esempio, simuliamo attacchi hacker per saggiare la capacità difensiva dell’azienda, per capire quanto è vulnerabile, per trovare i punti deboli: una pratica paragonabile a un check up medico”.
Quali sono gli obiettivi degli attacchi dall’esterno?
“Da un lato ci sono incursioni finalizzate a ‘rubare’ dati sensibili e progetti industriali. Dall’altro, attacchi che bloccano o indeboliscono i progetti informatici fino a quando non viene pagato un riscatto, richieste che possono essere anche milionarie”.
L’Italia sembra in ritardo su questo fronte.
“Da anni noi sensibilizziamo le aziende sul tema, avvertendole che a breve si sarebbe scatenato uno tsunami. Come dicevo, la sfida è essere preparati non solo da un punto di vista dell’Information technology, ma anche a livello di processo e di formazione del personale“.
Può fare un esempio?
“Le mail phishing sono molto pericolose. Sensibilizzare il personale sul riconoscimento di ‘dati malevoli’, malware, può essere decisivo per il futuro delle aziende. Così come se voglio scambiare dati che riguardano il settore creativo condividendoli magari su un cloud, dove tutti possono agevolmente accedere: rischio di individuare una modalità funzionale, ma suscettibile di essere violata. Sono sufficienti magari un paio di passaggi in più per garantire la stessa accessibilità, ma con una maggiore protezione di quei dati”.
Un altro fronte su cui lavorate è il managed service, la gestione corretta dei sistemi informatici.
“La buona gestione informatica non è appannaggio solo delle grandi aziende. Tutte le imprese possono utilizzare una serie di metodi efficaci. Quando parliamo con i clienti, ci imbattiamo in realtà molto frammentate, stratificate, in cui i diversi reparti faticano a parlarsi tra loro. Noi consentiamo alle aziende di avere una visione sistemica, di insieme dei processi interni“.
In prospettiva, quali sono gli ambiti su cui volete ancora svilupparvi?
“L’obiettivo è accompagnare e supportare sempre di più il comparto industriale e il mondo delle piccole e medie imprese, alle prese con le opportunità delle tecnologie 4.0 che rendono sempre più ‘intelligenti’ i processi. Per esempio, insieme a partner prestigiosi, abbiamo collaborato con l’Università di Verona per avvicinarla al mondo delle imprese attraverso il progetto ‘ICE Lab’, un laboratorio che simula le linee di distribuzione di un ambiente industriale. E’ un esempio di impianto connesso al suo gemello di simulazione virtuale, a cui FTP ha contribuito creando un’infrastruttura di reti sicura, flessibile e formando adeguatamente il team di laboratorio”.